mercoledì 5 gennaio 2011

PARIGI, IO C’ERO!

lo c’ero a Parigi. Quando avevo deciso, assieme agli amici di andare in Francia, non credevo di incontrare così tanta gente. A Longchamp, domenica 24, eravamo un milione di persone, il doppio di quello che si attendevano gli organizzatori francesi. E stata un’esperienza che non dimenticherò facilmente: mi sono divertito assieme ai vecchi amici e ho fatto nuove amicizie, ho visitato posti stupendi e, soprattutto. questa esperienza mi ha rafforzato come cristiano. E poi, quando avrò dei figli potrò dire a loro: «Parigi?.. .Io c’ero!».
Paolo

C’ero anch’io tra le migliaia di giovani a Parigi. Partito da Casale un po’ impaurito per la grande avventura che avrei vissuto, ho avuto l’occasione durante i dieci giorni “francesi” di fare nuove esperienze, di rafforzare le vecchie amicizie e di farne di nuove. Tra tutti gli eventi non potrò mai dimenticare l’accoglienza nelle famiglie a St. Laurent, le catechesi di Bercy e le folle di Champ de Mars e di Longchamp. Mi auguro che l’entusiasmo che ci ha riunito a Parigi, sia quello con cui annunceremo a chi non c’era ciò che abbiamo visto e vissuto.
Alberto

Quando sono partita ero un po’ preoccupata per ciò che ci aspettava, però, nonostante il caldo, il caos e la fatica sono stata contenta di questa esperienza. Valeva la pena alzarsi alle 6 e fare la coda alle docce!
Oltre ad avere conosciuto ragazzi di diverse nazionalità ed aver ricevuto un ‘ottima ospitalità nella famiglia di St. Laurent e nella palestra di Brunoy, mi sono sentita parte di qualcosa di grande ed importante. Dei momenti trascorsi ho tanti ricordi che mi danno emozioni e commozione ogni volta che li racconto.
Elisa

A Parigi ho vissuto un esperienza veramente straordinaria. Innanzitutto la felicita e l’entusiasmo di quei giorni rimarranno vivi in me come sensazioni da trasmettere alle persone che incontrerò e quasi come “modelli” di “gioia cristiana”, vissuta nel Signore. Poi mi ha colpito il fatto di trovarmi insieme ad un milione di ragazzi che, per quanto riguarda alcune scelte fondamentali di vita, la pensano come me e come molti miei amici... Penso che uno degli scopi della Giornata Mondiale della Gioventù fosse proprio questo.
Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questa grande festa: nonostante i non pochi disagi ho trascorso dieci giorni indimenticabili e spero di essere presente anche alle prossime Giornate Mondiali della Gioventù. Quindi.., arrivederci a Roma 2000!
Andrea

(da “Boomerang – Speciale Parigi”, settembre 1997)
* "Boomerang" è stato il giornalino dell'oratorio dell'Addolorata dal 1996 al 2003

martedì 4 gennaio 2011

...MA ANCHE IL PALESTRONE, L’OASI E IL BIBLIOBUS

Siamo sul pullman che ci riporterà a Casale, dopo dieci giorni in terra francese. È ormai l’una di notte, quasi tutti dormono e le luci sono spente. Si sente soltanto il rumore del motore che macina chilometri su chilometri. Il cielo è buio, ci sono soltanto la luna e poche stelle che illuminano la notte, ed è il momento giusto per ripensare alla XII Giornata Mondiale della Gioventù, conclusa la mattina prima con la messa di chiusura del Santo Padre.
Molte sono le cose che ci ritornano in mente: i momenti di preghiera e catechesi, forse lunghi, ma importanti, le opere artistiche e architettoniche della bellissima Parigi (fra tutte la Tour Eiffel e il Museo del Louvre), i momenti passati assieme agli altri giovani, sia quelli del nostro gruppo, che quelli di tutti gli altri paesi del mondo, ed, infine, i momenti di divertimento, e questi non li potremo mai dimenticare...!
Ma procediamo con ordine e vediamo come sono andate le cose sin dall’inizio. Si parte e subito la partita a scopa (che porteremo in giro per la Francia) diventa sport ufficiale del puliman (Giorgio, un ragazzo di Moncalvo, propose anche di giocare a bocce: effettivamente spazio nel corridoio non ce n’è abbastanza). Il viaggio è lungo ma il tempo passa veloce, tra le ormai indispensabili carte, e le canzoni di tutte le Giornate Mondiali della Gioventù che si intercalano con le raccolte di canzoni di Raul Casadei (voi non ve lo potete immaginare, ma le emozioni che abbiamo percepito con quelle canzoni non si possono ripetere).
Arriviamo nel pomeriggio a Lione dove veniamo indirizzati alla Cattedrale, qui ci sarà l’incontro d’apertura dei giovani accolti nella Diocesi di Lione. Il cartello che seguiamo dice: “Diocesi di Casale Monferato”. Partiamo per i luoghi di alloggio. Noi credevamo di essere appena fuori Lione, (ce l’avevano detto che saremmo stati ospitati in comunità rurali), ma non credevamo di essere a più di un’ora di puliman da questa grande città.
Ed è qui che l'esperienza francese, unita con una saggia conoscenza dell’italiano raggiunge il suo apice. Appena scesi dal pullman un solo striscione campeggia nella piazza di St. Laurent de Chamousset: “Benvenuto a tutti”, che verrà poi corretto il giorno dopo con “Benvenuta a tutti”. Alcuni sostengono che ci volessero salutare uno per uno...
I giorni qui a St. Laurent iniziano al mattino alle 7 e finiscono dopo la mezzanotte, e sono tutti pieni di iniziative.
Il 15 ci portano a visitare le realtà ecclesiali e sociali della comunità ospitante, praticamente vediamo mucche, galline ed un castello (e, per Stefano, la figlia del proprietario del castello). Camminiamo per tutto il pomeriggio: non lo sanno i francesi che in Italia in questo giorno si fa festa
Il giorno dopo siamo ad Ars assieme a tutti i giovani del Piemonte, il 17, dopo il picnic assieme alle famiglie che ci ospitano: partite di calcio. basket e bocce. Noi, naturalmente, vinciamo il torneo di basket contro francesi e polacchi, anche loro, come noi, ospitati in questo paese.
Il giorno dopo è ora di partire per Parigi. Salutiamo tutti gli amici francesi che ci hanno ospitato. Alcuni sono riusciti a strappare una promessa di vacanza per il prossimo anno, ma non sanno che lo fanno per buona educazione. Anche noi invitiamo sempre i nostri amici per le vacanze, ma alla fine troviamo sempre delle scuse per non farli venire. Quindi, per la prossima estate non prenotate il viaggio per la Francia, al massimo vi invitiamo noi due..
Crediamo di aver lasciato qui molti amici, che abbiamo ritrovato a Parigi. Fra tutti Thierry per gli amici “Mastellone”, che ha ospitato Alessandro e Stefano e le sue indimenticabili bottiglie di Oasi, la bevanda ufficiale di questo pellegrinaggio.
Il viaggio verso Parigi è faticoso: viaggiamo nel pomeriggio, dopo la messa al Palasport di Lione assieme a tutti i giovani ospitati in questa Diocesi. Il sole è cocente, e solo a tarda sera, dopo aver trovato gli altri casalesi assieme al nostro Vescovo in un'area di servizio, arriviamo a destinazione.
Alcuni di noi sono sistemati in famiglia, altri in un palestrone di una scuola superiore, tutti a Brunoy, a circa 30 Km da Parigi. Ma all’inizio, quando la situazione non era ancora ben definita, abbiamo rischiato di finire tutti nell’ormai mitico “Bibliobus”, un pulmino parcheggiato lì vicino, che può ospitare persone fino a sei piani sottoterra. Alla fine, però, siamo riusciti a scamparla, anche se alcuni, una notte nel “Bibliobus” non se la sarebbero fatta scappare.
Se le prime giornate nella provincia lionese ci erano sembrate già molto intense, a Parigi incominciamo a capire cosa vogliano dire frasi come Tirare l’alba oppure Fare after: sveglia alle sei - sei e mezza (dipende da quanta coda eri disposto a fare davanti ai quattro rubinetti), colazione a base di ciambelloni “velenosi” e caffè liofilizzato per darti il giusto supporto calorico per affrontare una lunga giornata.
Dopo la colazione, ci si trovava tutti nella chiesa del paese per la preghiera e per la partenza verso il centro di Parigi. Verso le 10 incominciava nel Palazzetto di Parigi-Bercy la catechesi: ebbene molti avranno già saputo da chi è andato, di come fossero interessanti questi momenti di riflessione.., ma nessuno vi ha mai raccontato come il pubblico fosse attento alle parole dei relatori... insomma, che non vi passi in testa di pensare che Andrea S. e Mariella P., ad esempio, abbiano veramente passato le mattine a prendere scrupolosi appunti.
Se il primo giorno l’abbiamo passato a cantare e a fare la ola, il secondo e soprattutto il terzo giorno su diecimila ragazzi, tanti eravamo nel palazzetto, almeno la metà ha dormito anche solo per qualche momento, un terzo ammette di essersi abbioccato almeno una volta, mentre i rimanenti erano impegnati nel lungo e faticoso lavoro dello scrivere cartoline.
Dopo la catechesi andavamo, tutti nel parco vicino a mangiare; prima però di raggiungere il cibo, bisognava fare una coda mostruosa con i famigerati bollini che ci permettevano di mettere qualcosa sotto i dentì dove vari spintoni sul modello di un concerto rock, si consegnavano i bollini ai volontari dicendo una preghiera per non averne perso qualcuno nella foga.
Alla fine ti sedevi soddisfatto, aprivi il sacchetto e contento annunciavi frasi tipo «A ragà, ce tocca il formaggio “velenoso”»!.
Nel pomeriggio avevamo alcune ore per visitare la capitale francese: la più bella è stata forse la visita al Museo del Louvre guidata dal professore Stefano G., il quale ci ha illustrato le caratteristiche di alcuni tra i più bei quadri del mondo.
Alla sera si tornava verso il paese per cenare (sempre con la coda e i bollini) e verso mezzanotte si andava a dormire. Naturalmente non tutti si addormentavano subito; per fare un esempio a caso, alcuni di noi hanno organizzato, l’ultima notte, un fantastico pigiama-party con Coca Cola, Oasi e patatine comprate nell’unico negozio aperto dopo le 6 del pomeriggio.
La nostra esperienza in Francia si è conclusa, come sapete, con la Veglia di sabato 23 e la Messa con il Papa del 24 agosto. Noi, questi due giorni, li abbiamo passati metà sulla metropolitana parigina (abbiamo impiegato mezza giornata solo per arrivare all’ippodromo di Longchamp) e l’altra metà dentro il sacco a pelo in mezzo ad un milione di ragazzi che cantavano tanto di giorno, fino a qui tutto normale, quanto di notte, disturbando il sonno di chi non si reggeva più in pedi. Appena conclusasi la Messa abbiamo fatto ritorno al Paese e nel tardo pomeriggio siamo partiti alla volta dell’Italia, e adesso siamo qui nel buio della notte a sfogliare il libro su Parigi, in italiano, che Gabriele ha comprato all’ultimo autogrill francese (da lui bisogna aspettarsi questo ed altro).
Ma adesso basta, vogliamo lasciarvi tranquilli così magari il rumore del motore che macina chilometri su chilometri lo sentite anche voi....

Alessandro e Paolo (da “Boomerang – Speciale Parigi”, settembre 1997)
* "Boomerang" è stato il giornalino dell'oratorio dell'Addolorata dal 1996 al 2003

lunedì 3 gennaio 2011

IL PAPA, I RICORDI, LE EMOZIONI... (Parigi '97)

È l’alba del 14 agosto. Siamo riuniti in piazza Castello, davanti al Teatro Municipale, e aspettiamo l’arrivo del pullman, guidato dall’ormai mitico autista Gino. Quando tutti e 28 siamo arrivati, dopo aver caricato gli zaini, incominciamo la nostra awentura che ci porterà prima a Lione e poi a Parigi, per la XII Giornata Mondiale della Gioventù.
L’evento più importante della giornata, avviene nel pomeriggio a Lione. Tutti i giovani ospitati in questa diocesi sono riuniti nella cattedrale per dare il via a questa esperienza; presente, oltre alle delegazioni degli stati ospiti, l’Arcivescovo di Lione.
Alla sera raggiungiamo il piccolo paese di St. Laurent de Chamousset, dove passiamo i quattro giorni di preparazione. Con noi sono ospitati anche dei giovani polacchi.
Il giorno 15, gli amici francesi ci fanno visitare due cascine e un castello, situati nei dintorni del paese. In serata, tornati a St. Laurent, abbiamo cenato al Palazzetto dello Sport insieme agli amici francesi e polacchi, e poi fino a notte inoltrata ci siamo esibiti in canti e danze (particolarmente emozionanti le danze tipiche dei Polacchi!).
Il 16 agosto, con tutti i giovani piemontesi, ci siamo riuniti ad Ars, piccolo paese diventato famoso per il suo curato. Alla mattina il vescovo di Aosta, Mons. Anfossi ha celebrato la Messa insieme ad altri vescovi; dopo il pranzo al sacco, il vescovo di Asti, Mons. Poletto ha presieduto la Funzione penitenziale.
Abbiamo apprezzato molto anche la serata nelle famiglie, durante la quale abbiamo chiacchierato (in parte a parole, ma soprattutto a gesti), giocato a carte, cantato, ed altro ancora.
Domenica 17 è stato l’ultimo giorno trascorso a St. Laurent. Dopo la Messa celebrata in più lingue, abbiamo pranzato in un prato insieme alle famiglie; nel pomeriggio si sono svolte grandi sfide internazionali a calcio, basket e bocce, mentre alla sera la cena era a base di carne alla griglia.
Lunedì mattina il momento più triste: la partenza, fra lacrime e fotografie di don Dino. Durante la mattinata abbiamo partecipato con tutti i giovani, i sacerdoti, i vescovi ospitati nella diocesi, alla Messa celebrata al Palazzetto dello Sport di Lione dall’Arcivescovo locale che ci ha consegnato il mandato per Parigi. A tarda sera siamo stati accolti a Brunoy, un paese nella periferia parigina; alcuni sono stati ospitati in famiglie, gli altri in una palestra.
Martedì siamo stati tutto il giorno a Parigi; nel pomeriggio abbiamo seguito la Celebrazione d’apertura, presieduta daI Cardinale Lustiger, Arcivescovo di Parigi.
Mercoledì, giovedì, venerdì al mattino abbiamo seguito le tre catechesi, tenute al Palais Omnisports de Bercy da Mons. Scola, dal Cardinale Carlo Maria Martini e da Mons. Miglio, vescovo di Iglesias. Si trattava di riflessioni sul tema della XII Giornata Mondiale della Gioventù: “Maestro, dove abiti? Venite e vedrete!”. Queste catechesi hanno rappresentato momenti di intensa socializzazione tra i circa 9000 giovani presenti, che con una facilità incredibile passavano dal raccoglimento della preghiera alla gioia dei canti, delle ole, delle grida, ecc.
Mercoledì sera ci siamo nuovamente ritrovati per trascorrere alcune ore di festa: ogni gruppo si è esibito in canti e baffi tipici del Paese di provenienza.
Giovedì pomeriggio abbiamo avuto il primo incontro con il Papa agli Champ de Mars. Eravamo in 500 mila giovani di diverse nazionalità; dopo una lunga attesa al sole, abbiamo accolto calorosamente il Santo Padre con inni da stadio. Alcuni di noi hanno potuto assistere a questo grande evento dalla cima della Tour Eiffel: ci hanno raccontato che durante i saluti plurilingue del Papa, l'immensa distesa di giovani e stata percosa come da un brivido. Appena ogni gruppo sentiva le prime parole pronunciate nella propria lingua esplodeva in urla, canti, ole e sventolii di bandiere. Trovarsi con tutti questi giovani è stata per noi un’esperienza nuova, che ci ha preparati a vivere le Celebrazioni dei giorni conclusivi.
Nel pomeriggio di venerdì a Brunoy abbiamo celebrato la Via Crucis insieme ai giovani di altri Paesi ospitati in quella cittadina.
Sabato mattina abbiamo formato, con tutti i giovani del mondo, la “Catena della pace” che ha racchiuso per 36 km il centro di Parigi. Nel pomeriggio ci siamo recati a Longchamp.
Sabato sera, prima della Veglia, abbiamo assistito al concerto durante il quale ha cantato anche Andrea Bocelli (Ave Mana di Schubert), poi, abbiamo seguito la Veglia durante la quale, il Papa ha battezzato e cresimato 10 giovani-adulti.
Domenica mattina, abbiamo partecipato, assieme ad 1 milione di giovani alla Messa di chiusura celebrata dal Santo Padre. Nella sua omelia, il Papa la dato la risposta alla domanda che ci ha accompagnati in questi dieci giori: “Maestro dove abiti? Venite e vedrete”. Gesti abita nell ‘Euarestia e nel suo popolo.
Nel pomeriggio, purtroppo era ora di partire: la notte trascorsa a Longchamp ha fatto sentire i suoi effetti e il viaggio e stato particolarmente “tranquillo” Tutto questo e durato fino alle sei del mattino quando, visto che eravamo “svegli” (!!!)abbiamo celebrato le Lodi insieme al Vescovo e ci siamo salutati scambiandoci cappellini e agende, ma soprattutto dedicando canti a ciascuno dei compagni di viaggio. Alle sette e mezza circa siamo ritornati alla base: eccoci nuovamente in piazza Castello come dieci giorni prima. Qualcuno avrebbe voluto ripartire subito, ma la maggior parte pensava già a ritrovarsi presto insieme agli altri: in questi giorni abbiamo vissuto incontri ed esperienze straordinarie; per questo, tra di noi è nata un’amicizia che speriamo duri molto a lungo - almeno, fino alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù! Dunque: prossimo appuntamento per il Giubileo. Arrivederci a Roma 2000!

Elisa, Alberto e Andrea (da “Boomerang – Speciale Parigi”, settembre 1997)
* "Boomerang" è stato il giornalino dell'oratorio dell'Addolorata dal 1996 al 2003