martedì 8 febbraio 2011

La responsabilità di un irresponsabile

Roma, 14 Agosto 2000. Veniamo convocati al raduno per lai strategia da adottare in questi giorni. Come quale strategia?
Sto parlando dello smistamento dei foulard, giallo (di ammonizione) per i pellegrini semplici e rosso (per una più dura sanzione) per i generali.
Vengo inspiegabilmente insignito fra lo stupore di tutti, del fazzoletto rosso; all’inizio credevo che mi fosse stato attribuito quel colore per il mio noto impegno sindacale. Solo dopo mi spiegano che chi porta al collo suddetto foulard ha la responsabilità sul suo specifico gruppo di appartenenza: resto tranquillo fino a quando Salvina mi comunica CHI milita nel mio gruppo... tra i nominativi scorgo un cognome sconosciuto: Farello.
Chi è costui? Ah, ma è Rezzo! Vorrei abbandonare tutto! Ma come dice un antico e saggio proverbio cinese: «Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare». Da subito vengo osteggiato dai responsabili più facinorosi a causa del mio spirito da animatore controcorrente e un pò rìbelle, ma vengo presto acclamato, con regolari elezioni, dalla maggioranza dell’esercito: mi riconoscono come l'unico VERO responsabile, il paladino del popolo.
Caricato da questo onore, affronto gli impegni di queste giornate con uno spirito rinnovato, e non lesino di dimostrare le mie capacità: ad esempio... c’è una fanciulla in pericolo che chiede aiuto? Io mi fiondo.
C’è la Salvina che chiede una fazzoletto di carta? Io mi fiondo.
Ci sono due ragazzi che litigano per spartirsi la Supreme di pollo? Anche qui mi fiondo, perché, come mi rammenta un famoso proverbio cinese, «Tra i due litiganti il terzo gode».
Alcuni riottosi apostrofano con parole pesanti quel povero “diavolo” del Santo Padre? Da buon censore intervengo a raffreddare con acqua benedetta questi focolai rivoluzionari.
Qualcuno sventolo i vessilli di alcune note compagini calcistiche nemiche? Provvedo lesto a farle ammainare.
Alcuni volontari ostruiscono la nostra visuale del maxischermo? Faccio allestire prontamente un plotone di esecuzione.
C’è Rezzo in preda ad una rapina a mano armata? Lì non mi fiondo, d’altronde so che è un ometto e può cavarsela da solo.
Queste sono solo alcune delle gravose responsabilità che poggiano sulle mie spalle.
Ops! Forse sto esagerando... rischio di dimenticare che al mio fianco militano altri importanti caporali: Doni “seraficità” Marco, sempre pacato e misurato anche nei momenti di panico, il primo a urlare la carica e l’ultimo a lasciare il campo dì battaglìa.
Adesso chiudo queste mie considerazioni, perché il dovere mi chiama: devo indagare sulla scomparsa di un cellulare; sembra che un prete di Fossano lo abbia intelligentemente lasciato in carica. Qualche anima gentile ha pensato di “caricarlo” sulla propria auto.
Spero di risolvere il caso prima di essere precettato per una nuova missione: Toronto 2002!

Andrea Z.

(da “Boomerang – GMG 2000”, settembre 2000)
* "Boomerang" è stato il giornalino dell'oratorio dell'Addolorata dal 1996 al 2003

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